Comunicare (fa) bene

Da grande farò la giornalista!

 

Bambina che vola sul libro | iStock.com/Choreograph

Cosa vuoi fare da grande?

La risposta me la ricordo bene. Voglio fare la giornalista, inviata in giro per il mondo.

A scuola ero brava, soprattutto nella scrittura, e spesso la maestra leggeva i miei temi alla classe. Poi, l’eco di Oriana (sì, la Fallaci) aleggiava in casa, e in maniera sottile influenzava le mie aspirazioni, in realtà ancora non così ben definite.

La lettura era già in quegli anni delle elementari una delle mie attività preferite, alternata senza soluzione di continuità al baloccarmi con le bambole e alle scorrazzate in bicicletta. Ero già un’inviata, in giro per il mio quartiere e fra le pagine dei libri di racconti. E più avanti nel tempo, inviata in giro per la mia regione.

Dopo la maturità, mi sono iscritta a Lettere, e l’intenzione era quella di laurearmi in Storia Moderna col compianto professor Renzo Pecchioli.

E’ rimasta una mera intenzione.

Fatale fu una chiacchierata fra amici durante una passeggiata d’una sera d’estate nel centro di Firenze.

Voglio fare la giornalista.

E così fu. Ho cominciato nel 1986 a scrivere per un quotidiano locale, interrompendo l’Università, fino ad arrivare, nel 1992, all’esame di idoneità professionale.

Giornalista professionista, dopo qualche anno di gavetta e di regolare periodo di praticantato. Peccato che fossi già in cassa integrazione da alcuni mesi, quando ho sostenuto la prova orale, e che non ho ricevuto neanche mezzo stipendio da “redattore di prima nomina”…

Acqua passata. Il sogno si era comunque trasformato in realtà.

Ed è rimasto una realtà, come libera professionista, fino a una decina di anni fa.

Il resto della storia, al prossimo post!

 

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